This is for my Italian speaking readers, and a translation for all will follow in a day or two. This was originally an assignment which I did for my wonderful teacher, Paola Franchi in New York, where I lived for 26 years. Paola and I (and members of her class… I studied in a group and then privately) talked a lot about Italian immigrants in the US and the habits, superstitions, customs and lies which they taught/told their children. Throughout my life, I have been plagued by secrets. The truth, on those occasions when it is revealed, comes at a most inopportune time; shocking me, leaving me to grapple with it alone. And these truths have even involved half-siblings. Those to whom I could pose questions are deceased (not that they would even tell me the truth now, were they here). Documents that I requested from the state (in the days before the Internet, computers and cellphones), from the Archdiocese, from various Italian churches, cemeteries… have revealed some truly startling information.
This is a very humble little story, and I dedicate it not only to Paola, but to all my Italian teachers over the years: Roberto Tocelli, Claudia Robustelli-Test, Caterina Bertolotto, Mauro Bossi, Antonella Fongaro, Grace Russoniello.
I Segreti
Quando ero piccola, i miei genitori parlavano Italiano di tanto in tanto, quando non volevano che noi capissimo. Parlavano in dialetto, ma non lo sapevo allora; pensavo che tutti parlassero come loro! Agl’Italiani i segreti piacevano. Ma io volevo saperlo tutto! Per esempio, perché la famiglia ha cambiato il cognome da Bentivenga a “Bennett”? Mio padre era cosi fiero di essere Italiano, era arrabbiato quando mangiavamo il cibo ‘Americano’. Allora, perché si chiamava ‘Bennett’? Mi dicevano che lui ha cambiato il cognome quando lui e diventava un uomo d’affari, perché lui non voleva essere soggetto alla discriminazione. “Bennett” era un cognome neutrale, nessuno poteva sapere la nazionalità. Ma anche mi dicevano che lui lo ha cambiato quando era un pugile, perché Bentivenga era troppo lungo. Ma un altra volta, Papà mi ha detto che il suo ‘nome del ring’ era ‘Innocenza Parole’!!! Ha detto che aveva bisogno di questo nome falso perché ero troppo giovane per troppo il pugile.
Mio nonno era morte, non poteva chiederglielo. (Non ho mai fatto la sua conoscenza.) Mia nonna non parlava Inglese, eccetto dire “little grammama” quando vedeva mi o mia sorella. Negli anni ho cominciato a pensare che forse il nonno ha fatto qualcosa di illegale, e ha cambiato il cognome come un ‘alias’, ma non e vero. Facevo tante domande, persino quando più grande, che qualche volta mio padre mi diceva, “Chiama tua zia e chiediglielo.” Chiamavo Serafina, che attualmente me diceva le cose più vicina alle verità, e dopo, Papa mi chiedeva, “Che ha detto tua zia?” Glielo dicevo, e lui rideva! Così fastidioso! Allora, più tardi ho fatto molte ricerche sulla famiglia. Sono anche diventato giornalista perché: 1) mi piace scrivere; 2) voglio sapere la verità e 3) posso fare sempre le domande!